#UNAVOLTACHEVOLEVOCANTAREPERILPAPA



C'era una volta un Papa che venne in visita alla diocesi milanese. E, quella stessa volta, c'era una Pirla che voleva andare a cantare per lui. E c'era anche una nana (da ora chiamata preado, visto che è un po' cresciutella)che voleva vedere il Papa da vicino. E uno Yanez che si è quasi sentito costretto a dire "va bene, vengo anch'io" . Quella stessa volta c'era un coro, non certo di quelli "seri", composti da decinaia di cantori tutti musicalmente competenti, ma un piccolo coro composto da genitori (mamme e papà), magari poco competenti, ma con molta buona volontà, passione e allegria, che ha deciso di iscriversi tra gli 8000 cantori per la Messa celebrata dal Papa che era venuto a visitare Milano.
C'è da dire che non è una cosa che capiti proprio tutti gli anni, che un Papa venga in visita in Lombardia.
Per esempio, io che ho cinque papati all'attivo (misuro la vita in papati) e non sono mai stata a Roma, se non in scalo a Fiumicino per un'ora, di Papi fin'ora ne avevo visti solo due: Paolo VI a Varese, al Sacro Monte, e Giovanni Paolo II a Torino (che non è in Lombardia).
Quindi, siccome la preado a dirle "eh no...ma tu non puoi venire, vado col coro, tu mica puoi" era rimasta parecchio male, e poichè mi sembrava bello, essendo anche il mio compleanno, passarlo comunque con la mia famiglia, ho messo in piedi un'organizzazione che neanche la CIA, pur di accaparrarmi i posti sul pullman della Parrocchia.
Tra l'altro è anche bello, quando ti riaffiora il ricordo della gioia e dell'emozione che hai provato quando tu, bambina e poi adolescente, hai visto il Papa da vicino, pensare di aver la possibilità di trasmettere e far vivere le stesse emozioni a tua figlia.
E cosi, sabato 25 marzo, dopo una settimana di pioggia, ci siamo svegliati con un sole splendente e caldo, abbiamo preparato il nostro zaino e ci siamo messi in viaggio col resto della nostra comunità alla volta del Parco di Monza.
E va beh...non è che tutto sia andato proprio secondo i piani...lasciamo perdere il pullman troppo piccolo per tutti e qualcuno che deve trasferirsi sul pullmino (chi??? beh, ma c'è da chiedere? la Pirla, Yanez e altri amici, lasciando i figli sul pulmann grande e sperando di ritrovarli all'arrivo) ; lasciamo perdere le strade sbagliate, i continui "giringiro" tra entrate e uscite dell'autostrada, l'arrivo quasi al volo per la Messa...
Insomma, non so quali fossero i piani del Signore per noi, certo i miei erano : arrivo fresca col pullman, mi dirigo al settore dei cori, canto, torno al pulmann, a casa.
Ecco, non è andata esattamente così. Ma alla fine, è stato meglio. Pazienza se il pass per il settore dei cori è rimasto in tasca, io e le altre coriste ritardatarie abbiamo animato egregiamente la Messa dal nostro settore. Pazienza se il nostro settore era il più periferico, del resto Papa Francesco E' il Papa DELLE PERIFERIE, tanto è vero che con la sua macchinetta bianca, ooops, la Papamobile (no, scusate.... non ce la faccio. Mi pare l'auto di un supereroe dei fumetti. Ma come cavolo si fa? LA PAPAMOBILE? la papamobile? ma chi l'ha inventato 'sto nome? Crozza?) , insomma in qualche modo è arrivato anche da noi.
Nel settore periferico e poco frequentato i bambini hanno potuto giocare, sdraiarsi nell'erba, condividere il pranzo.
E' stato così, e ancora mi commuovo a pensarlo, che siamo rimasti insieme, amici, famiglie, don, comunità, senza protagonismi, ad assistere alla Messa dal maxischermo (smarzo pure lui, che non si vedeva granchè), ad ascoltare l'omelia di questo Papa, che è tanto amato (quanto osteggiato dai moderni Farisei), per cui eravamo lì, perchè sentisse il nostro affetto, il nostro calore, il nostro ESSERCI, senza se e senza ma, affrontando ore di coda, magari la pioggia...
E alla sera, quando gli occhi si chiudono per la stanchezza, quella sera, la Pirla ha capito che c'era una volta in cui voleva cantare per il Papa e l'ha fatto; che c'era una volta in cui la preado voleva vedere il Papa ed è successo. E l'importanza di aver cantato da lontano, di essere rimasta lì con la famiglia e con gli amici e con il tuo don e la comunità, è tutta nel sentire la preado che parlotta con i suoi amici " che bello, abbiamo visto il Papa da vicino" e sapere che un giorno, fra tanti anni, i ricordi riaffioreranno alla mente e l' emozione invaderà ancora il cuore, come lo è per me, ripensandomi bambina davanti a Paolo VI o adolescente che urla  "Juan Pablo segundo te quiere todo el mundo" contro il cielo di una Torino estiva.
E nella mente riafioreranno, forse, le parole dell'omelia del Papa:
“Abbiamo appena ascoltato l’annuncio più importante della nostra storia: l’annunciazione a Maria.
Dio stesso è Colui che prende l’iniziativa e sceglie di inserirsi, come ha fatto con Maria, nelle nostre case, nelle nostre lotte quotidiane, colme di ansie e insieme di desideri. Ed è proprio all’interno delle nostre città, delle nostre scuole e università, delle piazze e degli ospedali che si compie l’annuncio più bello che possiamo ascoltare: «Rallegrati, il Signore è con te!». Una gioia che genera vita, che genera speranza, che si fa carne nel modo in cui guardiamo al domani, nell’atteggiamento con cui guardiamo gli altri. Una gioia che diventa solidarietà, ospitalità, misericordia verso tutti.”
“Dio continua a percorrere i nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascoltare il suo invito e di farlo diventare carne qui ed ora.“
P.S. un sentito ringraziamento alla mia Amica L., del BLOG DELLE RANOCCHIE, a cui ho spudoratamente rubato, con un copia-incolla da Arsenio Lupin, la parte dell'Omelia. 

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