DISTURBI ALIMENTARI

Anche oggi, per l'ennesima volta, in TV sento parlare gli esperti di anoressia. E tutti, nessuno escluso, parlano di visione del cibo come un nemico. Parlano di tenere a bada la fame fisica, trattando il cibo come un nemico.  Come se fosse sempre così per tutti. Non lo è!
Per qualcuno, io per esempio, il cibo era un premio. Un premio che io non meritavo, che negavo a me stessa, non riuscendo a perdonarmi per qualcosa che non avevo fatto, per ciò che era inevitabile, ma io ho vissuto per anni come una colpa. Mi sono negata il cibo, qualunque tipo di cibo, ho negato la fame fisica ed affettiva fino ad arrivare ad essere uno scheletro ricoperto di pelle.
E me ne sono resa conto quando mia figlia mi ha detto "io non mangio niente come te, mamma" .... da quando non mangiavo? Non lo so!
Ma da quella sera è iniziato il mio percorso di rinascita. Di perdono.  Non mi è servito uno psichiatra per "guarire " .
Ho dovuto perdonare me stessa attraverso l' Abbraccio di quel Padre che tutti ama e tutto perdona. E quando ho capito che non avevo nulla da farmi perdonare, allora sono riuscita a perdonare me stessa. Mi sono vista con occhi nuovi. Ho visto tutto con occhi nuovi. Mio marito, mia figlia, le mie amiche.... Non è stato un Big Bang, intendiamoci.  È stato un cammino di Fede, che non può fermarsi perché non c'è un arrivo. Ma ho smesso di autopunirmi negando al mio corpo ciò di cui ha bisogno per essere davvero un Tempio. 
Ecco, quello che voglio dire è che non si può generalizzare ,  che non per tutti il percorso di guarigione può essere lo stesso. Per esempio a me la medicina stava facendo più male che bene. Perché hai voglia che lo specialista ti dica " ti devi perdonare" . A qualcuno può bastare. A me non è bastato. A me è servito di più parlare con uno specialista dell' anima che con uno del cervello. 
So per certo di non essere guarita. Non si guarisce mai del tutto. Non smetterò mai di vedere il cibo come un premio che posso concedermi o meno in base a quello che penso di aver fatto bene o male. E so che ricadrò ancora 1000 e 1000 volte.  Ma so anche che riuscirò a rialzarmi, che non sarò mai sola davvero.

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